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Con un realismo inconsueto nel linguaggio della sinistra, questo libro invita a un viaggio nella prospettiva «diversa». Consapevole che – per fare solo un esempio – se si vuole evitare la degradazione del servizio sanitario pubblico, esso deve essere offerto «anche ad Agnelli», Bruno Morandi scompone il problema dell'alternativa in cinque dettagliate ipotesi. La logica dell'impresa e del mercato è veramente l'unica possibile? Si può inventare, senza generare nuove mortifere burocrazie, una organizzazione del lavoro diversa da quella sottomessa alla produzione astratta di valore? Come redistribuire, tenendo conto dei nuovi bisogni, un lavoro la cui produttività aumenta continuamente? Come organizzarsi per una trasformazione profonda della realtà, che non si stravolga alla fine in involuzione? E' recuperabile quella «politica», che tutti avvertiamo sempre più separata e lontana? Originale è anche il metodo di lavoro da cui nasce Impresa e no. Dal principio degli anni Ottanta l'autore lavora per dare alla parola «alternativa», in genere così vuota di proposte, un valore «al positivo», in affollati seminari e dibattiti in molte città italiane, introdotti da opuscoli e dispense di cui il libro attuale, risultato dunque di molti anni di discussione, è solo l'ultima, e per il momento più completa, sintesi. E attraverso la discussione con una molteplicità di interlocutori, in circoli e organizzazioni politiche, sindacali, ambientaliste, cattoliche – selezionate solo dal fatto di essere interessate all'argomento il linguaggio del libro è diventato sempre più chiaro e conciso, attento a non cadere nelle tradizionali dispute terminologiche, usando il meno possibile parole – come socialismo, capitalismo, comunismo, riformismo – che hanno significati diversi per ognuno. Si cerca, insomma, di entrare «nel merito dei contenuti». E forse, anche di fronte agli ultimi aspetti della crisi della sinistra, quelli legati ai contraccolpi del disastro del «socialismo reale» è tuttora valido il criterio proposto all'inizio dei seminari da cui è nato Impresa e no: cercare di costruire una alternativa non tanto con chi condivide una particolare ideologia, quanto piuttosto con tutti coloro che «non amano molto quella dell'impresa e del mercato». E che per motivi diversi – perché ne pagano personalmente i prezzi maggiori, per convinzione etica, per formazione culturale, e magari per istinto – non sono disposti a considerare l'impresa e il mercato come il migliore e definitivo modo di organizzare la società. Per chi, viceversa, ha scelto il mercato e l'impresa come il proprio orizzonte di lavoro, Impresa e no è una lettura altrettanto utile. Anche per cominciare a inventare una risposta a problemi che, pur visti «da quest'altra parte» risultano lo stesso, ogni giorno di più, terribilmente concreti.
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La casa editrice manifestolibri è stata fondata nel 1991 all’interno delle iniziative editoriali aggiuntive del quotidiano il manifesto.
Le sue pubblicazioni riguardano soprattutto tematiche di storia, politica, filosofia, antropologia, sociologia, ma anche occasionali incursioni nel fantastico con un catalogo che ha raggiunto la consistenza di circa 600 titoli negli anni 2010.
La distribuzione, sul territorio nazionale, è affidata alla Messaggerie Libri Spa, a cui si affianca un canale parallelo di vendita diretta che si serve della visibilità sulle pagine del quotidiano il manifesto e della partecipazioni a manifestazioni politiche e culturali.
Tra gli autori pubblicati figurano intellettuali come Toni Negri, Slavoj Žižek, John Holloway, Giovanni Arrighi, Immanuel Wallerstein, Augusto Illuminati, Stefano Petrucciani. Sono state pubblicate opere sia di collaboratori storici del quotidiano come Giuliana Sgrena, Luigi Pintor, Rossana Rossanda, Lucio Magri che di attuali collaboratori come Benedetto Vecchi, Simone Pieranni, Roberto Ciccarelli, Marco Bascetta, Tommaso Di Francesco.
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Le sue pubblicazioni riguardano soprattutto tematiche di storia, politica, filosofia, antropologia, sociologia, ma anche occasionali incursioni nel fantastico con un catalogo che ha raggiunto la consistenza di circa 600 titoli negli anni 2010.
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